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L'ultimo grande tragediografo della letteratura greca era misogino oppure no? La nostra lettura delle sue opere è stata modificata dal pensiero aristofaneo? In questo saggio breve si analizza la duplice realtà euripidea.
2021 •
Storia delle Donne
Un corpo di donna per fare la guerra. Lettura della Ifigenia in Aulide di Euripide2009 •
2019 •
This contribution aims at analysing as far as possible the critical tradition as regards the language of the female characters of the Euripidean tragedies which is rooted in the critique of their λαλιά and φιλοσοφεῖν in the comedies of Aristophanes (e.g. in Ranae, Lysistrata and Thesmophoriazusae). In the fourth century BCE Plato recalls the Aristophanean moralistic attacks on the Euripidean women and their language in R. 3.395d 5-e 3, while Aristoteles, in Po. 1454a 16-36, seems more interested in the artistic aspect, criticizing the lack of τὸ ἀναγκαῖον and τὸ εἰκός in the rational and highly philosophic rhesis pronounced by Melanippe in the Melanippe sophe, considered as being not ἁρμόττον with a female character. Important exponents of the Second Sophistic, such as Plutarchus and Aelius Aristides, and others from the Imperial Age, like Origenes, keep the Aristophanean critique of the language of the Euripidean ‘women’ alive in a more or less filtered form according to the Platonic or the Aristotelian point of view. Moreover, it is also well attested in the scholia, from the scholia vetera to those written by Tzetzes, who seems particularly annoyed by the inappropriate language of the Euripidean female characters (e.g. in the schol. ad v. 949 Koster of Ranae). In this section of the paper fr. 638 Kn., frequently attributed to the Euripidean tragedy Poliido, is also analysed. The present survey thus demonstrates not only the rarity of positive critiques – such as, for example, the one by the so-called defensor Euripidis or that appearing in Oratio 14. In mortem Annae caesarissae by the Byzantine author Georgius Tornices –, but, above all, that the critical strand rooted in the comedies of Aristophanes, and which labelled the language of the Euripidean female character as ‘inadequate’ and ‘inopportune’, seems to maintain a strong vitality until at least the Late Antiquity.
Bologna, Il Mulino
Donna. Storia e critica di un concetto polemico2020 •
Il libro segue i movimenti del concetto di donna mostrando come esso si costituisce attraverso le parole delle donne che nell'età moderna, individualmente e collettivamente, hanno contestato la sua definizione patriarcale. Attraverso alcuni passaggi storici cruciali – la prima età moderna, la Rivoluzione francese, la genesi schiavista e razzista del capitalismo industriale e l’affermazione globale dell’ordine neoliberale ‒ il libro non offre una storia generale del femminismo, ma considera il concetto di donna come l’indicatore fondamentale delle trasformazioni che investono la società e la politica moderne. Il concetto di donna è doppiamente polemico. Affermando la differenza sessuale come differenza politica, esso nega il carattere universale di quei concetti che permettono di rappresentare l'unità dell'ordine politico e sociale e quindi mostra la divisione fondamentale che lo costituisce. Allo stesso tempo, poiché la differenza sessuale è determinata socialmente, il concetto di donna è esso stesso segnato da differenze ‒ prima di tutto di razza e di classe – che ne rideterminano continuamente e conflittualmente il contenuto. Fare la storia del concetto di donna significa affermare una diversa prospettiva sulla storia, una prospettiva parziale che stabilisce le premesse per la critica femminista del presente.
La donna nell'Antica Roma. Tra Ovidio e Giovenale
La donna nell'Antica Roma. Tra Ovidio e Giovenale2021 •
Ogni epoca storica racchiude in sé figure di donne che, in qualche modo, sono state messe nell’ombra dal proprio marito o da una società che non le considerava abbastanza. [...] Analizzando ora un elogio si potrà comprendere, passo dopo passo, quale fosse la posizione della donna nell’antica Roma. Verranno messi a confronto personaggi come Giovenale, il quale – con la sua Satira VI – vedeva la figura della donna sotto una luce del tutto negativa, e personaggi come il poeta romano Ovidio, il quale invece percepiva la figura femminile in modo completamente opposto, arrivando lui stesso a dar loro dei consigli utili e preziosi per risaltare femminilità e bellezza, due realtà contro le quali Giovenale scagliò inevitabilmente una carrellata di versi infuocati.
2000 •
Each year, until third decade of fifth century B.C., the inhabitants of Temesa in Magna Graecia had to offer their most beautiul virgin to the local daimon. For one night, the girl became the wife of the divine creature in his sanctuary. The ancient letterary tradition cites this ritual practice together with the mention both of the conquest of this polis by the Lokroi Epizephyrioi and the conclusion of that cultual custom. However, it is wrong, following the propaganda of the Lokroi, to associate the cultual service of the Temesan girl to the sacral prostitution which we find out at Lokroi Epizephyrioi.
Per precisare la domanda che mi sono posta, faccio riferimento a due esempi di storiografia letteraria degli ultimi anni. La storia letteraria del Seicento di Winfried Freund Abenteuer Barock 1 contiene un capitolo dedicato alle Donne che scrivono che, a mio parere, rappresenta un notevole progresso rispetto alle ricognizioni storiografiche precedenti. L'autore non restringe la sua indagine volta al passato ai criteri dell'autonomia estetica propria del classicismo tedesco, ma la allarga a opere eteronome e considera vari aspetti storico-sociali e culturali. Questo approccio, segnalato del resto nel sottotitolo, gli fornisce, tra l'altro, l'opportunità di trattare estesamente anche un genere 'misto', solo marginalmente letterario, cioè il rendiconto di viaggio, e gli permette di percorrere vie nuove per la storiografia letteraria, prendendo in considerazione la letteratura a suo tempo veramente diffusa e letta dal pubblico. Il volume di Monika Schmitz-Emans, Einführung in die Literatur der Romantik, si limita invece rigorosamente alla discussione del contesto letterario, nonché delle basi teoriche della letteratura romantica, per passare poi all'analisi di singole opere 'rappresentative'; l'autrice, però, lavora con categorie che risultano insufficienti a cogliere la presenza femminile nella letteratura romantica, presenza che rimane comunque frammentaria, seppure documentata in vario modo 2. Il fatto che un critico letterario si sia confrontato con gli stimoli e gli approcci elaborati anche dalla ricerca femminile e femminista più di quanto non abbia fatto, invece, una ricercatrice che continua a riprodurre l'esclusione delle donne dalla letteratura, fa da sfondo alle seguenti riflessioni, che tendono a mettere in rilievo i cambiamenti in atto, conseguenza dell'approccio specificamente femminile e femminista nella critica letteraria. Ci si chiede, in particolare, quali modifiche si siano prodotte nella storiografia letteraria e nel dibattito sul canone; quali novità si possono costatare nella valutazione dei contributi apportati dalle opere femminili e come queste vengono affrontate nelle ricognizioni storico-letterarie. Ma ci si interroga, anche, sugli accenti innovativi che si possono cogliere nel dibattito sul canone, sia nelle prospettive specifiche rispetto al «canone materiale» sia al «canone attuale» 3 ovvero a quel nucleo centrale su cui si continua a discutere. Infine, ci si domanda in che modo sia possibile realizzare gli aspetti innovativi nella nostra prassi quotidiana di insegnamento letterario all'università in Italia. * Un particolare ringraziamento va al mio collega Francesco Maione il cui aiuto è stato decisivo per la traduzione dell'intervento.
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